Il Giardino di Rodi

Quello che viene chiamato “il Giardino di Marco” è un giardino particolare, un giardino di memoria e di speranza, nato dalle rovine e simbolo di rinascita. Appoggiato ai bastioni dei Cavalieri, il giardino si estende dalla cappella di San Marco fino al Monastero di San Giorgio, mentre verso nord lascia intravedere il Palazzo del Gran Maestro. Due antichi cipressi si ergono come due candelabri accanto alla fontana; la presenza di due mirti a bacche bianche di fronte alla cappella di San Marco, testimonia la sacralità del luogo. Nel giardino fioriscono aranci, limoni e mandarini, e vecchi melograni simbolo di memoria e di rinascita, piegano i loro rami sotto il peso dei frutti.

La sua posizione particolare, annidato sotto le mura medievali, propone tre diversi livelli di lettura: il giardino può essere contemplato dall’alto delle mura, visto dall’esterno, attraverso le chiese di San Marco e di San Giorgio, o percorso da coloro che vi hanno accesso. Le fonti più antiche fonti fanno risalire l’esistenza del giardino di al XIV secolo: la sua presenza è documentata dalle miniature di Caoursin nal 1484, e la sua storia continua durante a tutto il dominio ottomano. Nel giardino di oggi si ritrovano le caratteristiche comuni ai giardini medievali e a quelli ottomani, come la ricorrenza di forme quadrate e rettangolari, l’utilizzazione di piante aromatiche e medicamentose, l’importanza di spazi raccolti, e la presenza simbolica dell’acqua. Il restauro ha lasciato intatto l’incanto del bacino con la sua fontana turca incorniciato da archi medievali, che con la sua grazia testimonia l’integrazione nel tempo delle due culture differenti.

L’acqua è l’elemento principale del giardino: da un antico pozzo essa si versa attraverso la fontana ottomana in una grande vasca quadrangolare, da cui ricade nella canaletta che percorre il giardino in tutta la sua lunghezza e riprende in chiave moderna il tracciato di quella turca. Così lungo i due assi segnati dal passagggio dell’acqua lo spazio si divide in una serie di rettangoli e di quadrati che echeggiano lo specchio d’acqua della fontana, e che, sottolineati e punteggiati dal verde brillante dei mirti, strutturano il giardino e fioriscono di bianco nell’arco delle stagioni. Il tema del quadrato si declina così attraverso tutto il giardino, dove si ripete come un gioco di specchi. Il quadrato della fontana si raddoppia incorniciato da siepi di mirti e si ritrova in un quadrato verde, fiorito di cistus bianchi, convolvoli, salvie e lavande bianche e rosmarini.

Nel giardino infatti sono state privilegiate le specie mediterrane a fiore bianco che potevano esistere nell’Isola di Rodi all’epoca dei Cavalieri. Il bianco è il colore dominante del giardino, interrotto solo dal rosso del fiore dei melograni, e dai papaveri che crescono spontanei a primavera tra le pietre del pozzo. Questo dà al luogo una atmosfera speciale, sensibile in modo particolare nelle notti di plenilunio, quando la luce sembra diffondersi in tutto lo spazio da corolla a corolla, da stella a stella.